Segno bello di solidarietà di Benedetto XVI, seguito dal nostro qui a Salboro.
“Restano loro, resto anch'io”.
Il senso della battuta con la quale il Papa sorridente e imperturbabile, ha declinato sotto il diluvio di sabato notte ( n.d.r. 20 agosto 2011) a Quatro ventos, Madrid, la ragionevole proposta di attendere nel retropalco fino al termine della forte pioggia, riferito dal portavoce vaticano padre Lombardi, è la sintesi perfetta di un momento che resterà scolpito nel pontificato di Benedetto XVI e rivela il punto di svolta maturato a Madrid nel suo legame con giovani. Ma dentro l'immagine indimenticabile del Pontefice precariamente difeso da un muro di ombrelli che resiste dentro l'uragano di vento e pioggia, acclamato da un milione e mezzo di ragazzi zuppi e festanti, c'è anche molto di più.
Benedetto ha fatto suoi i giovani della 26^ Giornata mondiale della Gioventù a Madrid. E' il fratello Pietro che conferma nella fede i Giovani di oggi e mostra loro, nella sua umile e fragile presenza, il volto e il cuore della chiesa che sa dialogare con loro, contro un congiurare di circostanze ostili, quali l'economia in crisi, la cultura relativista, un mondo adulto inaffidabile, il dilagare di nuove ideologie utilitariste e scettiche, tutto legno fradicio e inservibile a chi vuole dare una casa ai propri sogni. (cfr. Editoriale Avvenire del 23 agosto 2011).
C'è stato l'incontro storico dei giovani “dal cuore aperto” di oggi con il Cristo risorto, che si fa pellegrino sulla via di Emmaus per dare il senso vero alla vita e mostrare la missione di “protagonisti” per rendere questo mondo più giusto, fraterno, solidale e aperto alla vita. Benedetto XVI, i Giovani e tutti i battezzati, dentro la stessa Barca, che non ha paura del vento e della tempesta, perché Lui è sempre presente fino alla fine di questo pellegrinaggio dell'umanità (cfr.Mt.28,20) verso la pienezza, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr.1^ Cor. 15,28).
E Noi? La stessa sensibilità l'abbiamo manifestata anche noi, in questi giorni di Sagra patronale. Quanta solidarietà, quanta gioia, quanta “dolce fatica” per giorni più belli, nella nostra comunità, nel nostro vicariato, nel nostro territorio!
GRAZIE, Signore, per la tua presenza; Grazie, fratelli e sorelle che avete partecipato alla liturgia, avete faticato e grondato sudore per la festa; Grazie a voi tutti della Comunità che vi siete fatti presenti o avete pregato o avete offerto la vostra sofferenza per il buon esito della festa; Grazie a tutti coloro che per amicizia o per tradizione, o per novità si sono resi presenti, arrivando da altre comunità.
E' stata la festa dell'incontro, dei canti, dei colori e della brezza notturna, segno di una comunità che vuole diventare sempre più grembo che genera alla fede.
La Vergine Assunta in cielo ci renda capaci di camminare sempre con lo sguardo rivolto al cielo, trasformando questa terra, che calpestiamo, in un paradiso terrestre, profezia di quello celeste.
(Alessio don Severino)