Stile per conseguire il vero progresso, alla ricerca della verità
Il Sinodo straordinario sulla famiglia è stato quello che il Papa Francesco voleva.
Un confronto “ampio” e “franco”, aperto all'ascolto, in cui ciascuno ha detto quello che sentiva con quella “parresia” - la totale libertà di espressione e di spirito – incoraggiata dal Pontefice e senza la quale non c'è sinodalità: perché bisogna dire tutto quello che nel Signore si sente di dover dire, senza rispetto umano, senza pavità, e al tempo stesso si deve ascoltare con umiltà e accogliere con cuore aperto quello che dicono i fratelli.
Il risultato è stato un Sinodo dei ritmi serrati, dove il carico di passione che i partecipanti hanno investito nel dibattito, se una volta di più ha inequivocabilmente affermato come il tema della famiglia sia cruciale per la Chiesa, ha dimostrato qualcosa di molto più importante: che cioè nella Chiesa assistita dallo Spirito la comunione sempre prevale.
Non è litigio, non è confusione e disagio, ma verifica della varietà di carismi e di servizi. La Chiesa ha mostrato a se stessa e al mondo che a una nuova consapevolezza su questioni grandi e problematiche si può giungere senza creare punti di frattura, ma attraverso un cammino di vera comunione: lavori serrati e franchezza di argomenti per comporre un grande affresco pastorale.
E' emersa la sinodalità di una Chiesa con una chiara gerarchia, ma nella quale non ci sono sudditi e il cui senso continua forse a sfuggire nel tentativo di leggerne le pieghe con gli occhiali e le categorie secolari, come se fosse un “parlamento”.
Invece qui si progredisce insieme , senza paura di inciampi e ostacoli. Unico stile che, come ha detto il Papa, può salvare dalla doppia “tentazione” in agguato: l'irrigidimento ostile di quelli che ha definito “tradizionalisti e intellettualisti” e il buonismo distruttivo dei “progressisti e liberisti”.
Che la Vergine Maria, “Sede della Sapienza”, faccia scegliere questo stile a ciascuno di noi e a tutti i nostri Governanti.
(Alessio don Severino)