La fede è dono, non si può “produrre”
Il prossimo 11 ottobre 2012 celebreremo il 50° dell'inizio del Concilio Vaticano II. Per l'occasione il papa Benedetto XVI, attraverso la lettera apostolica Porta fidei, ha indetto un anno santo della fede. Niente di più propizio. Già da questa Quaresima cerchiamo di fare nostra la supplica di quel papà del vangelo: “Signore, io credo, ma aiuta la mia poca fede” (Mc.9,24).
C'è una crisi, in generale, per il cambio di un'epoca. Anche la fede non si dà più per “scontata!
Benedetto XVI nella suddetta lettera apostolica scrive che la porta della fede è sempre aperta per tutti. Si! E' Dio che tiene aperta la porta della fede, per noi e per tutti. Non siamo noi che possiamo o dobbiamo agitarci per aprirla. Per questo l'inizio della fede è sempre possibile.
Non si tratta di una nostra conquista. La fede ha il carattere di un dono che sopravviene, non si può dedurre, non si può “produrre”.
Anche per questo è stato importante l'invito rivolto da Benedetto XVI agli agnostici nella Giornata di preghiera per la pace in Assisi nell'ottobre 2011. Nella secolarizzazione, Dio ha le sue vie per toccare il cuore di ogni uomo. Di quelli che cercano e anche di quelli che non cercano.
E sono vie che noi non conosciamo. Quasi si perde di vista che Cristo è morto e risorto per tutti.
Innanzitutto la fede è un rapporto personale con Dio, che si esprime nella preghiera e nella fiducia di essere tenuti in braccio da Lui in ogni situazione, cercando di amarlo con tutto il cuore. Ma questo amore di Dio è immediatamente connesso con l'amore del prossimo. Così la fede ha conseguenze sociali, culturali e politiche, senza le quali non sarebbe sincera, perché la fede si manifesta ed “è viva” nella carità. Era questo anche il motto pastorale del vescovo Girolamo Bortignon;: “Caritas cum fide” (la carità con la fede). Non si possono dividere o, peggio, contrapporre fede e carità. San Paolo ha scritto che la fede diventa operosa nella carità (Gal.5,6; cfr. Gc.2-14).
In questo tempo di Quaresima riscopriamo il “dono” della fede, gratuito e operante. L'abbiamo ricevuto ed è presente nel nostro cuore.
Con la mente sappiamo che l'abbiamo ricevuto; ora con il cuore crediamo; con la bocca professiamo il nostro Credo e con il nostro agire quotidiano testimoniamo che in tutto ci lasciamo muovere dallo Spirito di Gesù; ci fidiamo e affidiamo come “figli” al Padre di Gesù e nostro Padre.
Vergine Madre, che ti sei fidata dell'angelo Gabriele e ti sei buttata nel cuore di Dio Padre, pronta a fare la sua volontà, accompagnaci in questo “cammino di fede”, pronti a fare sempre la sua volontà.
(Alessio don Severino)