Novembre: mese della salvaguardia del Creato

Immagine dell'Editoriale del parroco del giorno 11 novembre 2012
Domenica, 11 Novembre, 2012

“Essere custode e non predatrice del creato”  
la vera vocazione dell' Umanità 

 
Dopo il mese della Missione, l'ottobre missionario, siamo invitati a dedicare il mese di novembre alla salvaguardia del Creato, celebrando la domenica 11 novembre in tutta la nostra diocesi la Giornata della salvaguardia del Creato, il cui tema è: Educare alla custodia del Creato per sanare le ferite della Terra.

Ricordiamo che all'inizio della Creazione non c'è il peccato originale, bensì la grande benedizione di Dio (Gn. 1,1-27), manifestando tutto il suo amore verso l'umanità. Il peccato è entrato dopo, per cui è necessario riconciliarsi con questa creazione che è stata ferita. Abbiamo rotto un'alleanza con la terra basata su fraternità, rispetto e reciprocità. Abbiamo trattato male la terra, proprietà di Dio, fino a venderla come merce, infliggendole ferite profonde. Dio, però, non l'ha abbandonata, l'ha sempre accompagnata nelle sue tristi vicissitudini causate dalla nostra mano violenta. Così oggi quando l'umanità ricorre alla terra, perché ne ha estremamente bisogno a causa della crisi, essa non si vendica, ma continua a essere benevola, perché intrisa della benedizione di Dio. E' necessario, quindi, condurre l'umanità a riscoprire la sua vera vocazione: essere custode e non predatrice del creato. Come? Affrontando i problemi aperti e i nodi delicati, ossia le ferite aperte. Non è bene nasconderli o insabbiarli, ma è necessario superarli con responsabilità e senza paura: il coraggio della denuncia di chi viola la sacralità della vita e il dono della terra, le varie forme di abuso, come la questione dell'eternit, della gestione dei rifiuti e delle sostanze nocive. Promuovere, quindi, nuovi stili di vita, mediante scelte e gesti intessuti di sobrietà e di condivisione. Da qui la necessità di animare le nostre comunità e i movimenti ecclesiali per recuperare  il primo giorno della settimana (la domenica) come giorno dedicato alle relazioni, al riposo e al Risorto. E' necessario sempre più in questo giorno poter sperimentare la gioia del ritrovarsi insieme come famiglia, senza nessun componente costretto a lavorare.

La domenica è tempo da vivere in modo costruttivo, non dentro centri commerciali tra cose programmate per essere consumate, ma nella natura, luogo di contemplazione e di pace. 

Rileggiamo dal Concilio Ecumenico Vaticano II: “Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente “giorno del Signore” o “domenica”. In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare alla eucaristia e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e render grazie a Dio che “li ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti”(1Pt1,3). Per questo la domenica è il giorno di festa primordiale che deve essere proposto e inculcato alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non vengano anteposte ad essa altre solennità che non siano di grandissima importanza, perché la domenica è il nucleo fondamentale di tutto l'anno liturgico”. (S.C.,106)

Bella quindi l'iniziativa della Commissione diocesana “nuovi stili di vita”, in collaborazione con gli uffici pastorali della Catechesi e della Famiglia, de “la Domenica delle tre erre” (Relazioni, Riposo, Risorto), che ci accompagnerà nei prossimi mesi, a livello diocesano, e spiegata attraverso sussidi propri, presentati dal settimanale la Difesa del popolo.

Con Maria, Madre di Dio e della Chiesa, siamo generosi e contenti discepoli del Signore Risorto. 

(Alessio don Severino) 

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