Dar vita alla speranza

Immagine dell'Editoriale del parroco del giorno 22 Maggio 2011
Domenica, 22 Maggio, 2011

LE TRE PRINCIPALI SFIDE INDICATE DA BENEDETTO XVI ALLE CHIESE DEL NORD-EST

“Una fede bella da vivere. Una conversione che – oggi come al tempo dei viandanti di Emmaus – è fonte di gioia e di speranza” . E' in questo passaggio dell'omelia pronunciata a san Giuliano che si può individuare il fulcro del messaggio che papa Benedetto XVI ci ha consegnato nei due giorni trascorsi in mezzo a noi il 7 e l'8 maggio u.s.

Sono tre le principali sfide indicate da Benedetto XVI.

Promuovere il senso cristiano della vita. “Anche in questo vostro contesto la fede cristiana deve affrontare oggi nuove sfide: la ricerca spesso esasperata del benessere economico, in una fase di grave crisi economica e finanziaria, il materialismo pratico, il soggettivismo dominante.
Nella complessità di tali situazioni siete chiamati a promuovere il senso cristiano della vita, mediante l'annuncio esplicito del vangelo, portato con delicata fierezza e con profonda gioia nei vari ambienti dell'esistenza quotidiana”.

La testimonianza nel pluralismo. “ La collocazione geografica del Nordest, non più solo crocevia tra l'Est e l'Ovest dell'Europa, ma anche tra il Nord e il Sud (l'Adriatico porta il Mediterraneo nel cuore dell'Europa), il massiccio fenomeno del turismo e dell'immigrazione, la mobilità territoriale, il processo di omologazione provocato dall'azione pervasiva dei massmedia, hanno accentuato il pluralismo culturale e religioso. In questo contesto, che in ogni caso è quello che la Provvidenza ci dona, è necessario che i cristiani, sostenuti da una speranza affidabile, propongano la bellezza dell'avvenimento di Gesù Cristo, via, verità e vita, a ogni uomo e a ogni donna, in un rapporto franco e sincero con i non praticanti, con i non credenti e con i credenti di altre religioni. Siete chiamati a vivere con quell'atteggiamento carico di fede che viene descritto dalla Lettera a Diogneto: non rinnegate nulla del vangelo in cui credete, ma state in mezzo agli altri uomini con simpatia, comunicando nel vostro stesso stile di vita quell'umanesimo che affonda le sue radici nel cristianesimo, tesi a costruire insieme a tutti gli uomini di buona volontà una “città” più umana e solidale “.

La costruzione del bene comune. “Come attesta la lunga tradizione del cattolicesimo in queste regioni, continuate con energia a testimoniare l'amore di Dio anche con la promozione del “bene comune”: il bene di tutti e di ciascuno. Le vostre comunità ecclesiali hanno in genere un rapporto positivo con la società civile e con le diverse istituzioni. Continuate a offrire il vostro contributo per umanizzare gli spazi della convivenza civile.

Da ultimo, raccomando anche a voi, come alle altre chiese che sono in Italia, l'impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico. Esso ha più che mai bisogno di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una “vita buona” a favore e al servizio di tutti. A questo impegno non possono sottrarsi i cristiani, che sono certo pellegrini verso il cielo, ma che già vivono quaggiù un anticipo di eternità”.

Il Papa ha richiamato il Nordest a vivere la sua grande tradizione di fede e di impegno sociale in maniera attiva, in vista dei grandi cambiamenti in atto nel nostro territorio, oggi, affinché il Vangelo di Gesù rappresenti ancora una grande risorsa per tutti noi che vi abitiamo. Dobbiamo intensificare tra di noi una comunione centrata nella forza eucaristica, illuminata dalla parola di Dio, così da ripetersi lo stile di vita dei primi cristiani, quando nessuno era bisognoso. Chi segue Gesù può diventare persona libera e realizzata nella nuova umanità, della quale Cristo Risorto è il Primogenito.
Camminiamo fiduciosi, con Maria, che in tutta fretta va a visitare e servire la cugina Elisabetta, portando il Cristo fonte della vera vita.

(Alessio don Severino)

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