Solennità di Cristo Re dell'Universo
Giornata Nazionale di preghiera per i cristiani perseguitati in Iraq
Abbiamo deciso di indire una giornata di preghiera per il 21 novembre, giorno di Cristo re".
Con queste parole accorate e decise, il card. Angelo Bagnasco ha chiamato icattolici d'Italia a un momento di preghiera per chi in Iraq è chiamato a una testimonianza cruenta, per mano di assassini e terroristi. Una giornata di preghiera per le vittime e anche per i carnefici. Una iniziativa forte, per chiedere a Dio che cessino il sangue e la violenza. I nostri fratelli e sorelle cristiani d'Iraq sono chiamati a testimoniare la propria fede come il Signore Gesù sulla croce, braccati casa per casa, a centinaia. E' una vera caccia al cristiano, che si sta svolgendo nel silenzio delle autorità musulmane e dalla quale solo pochi organismi internazionali hanno deciso di non distogliere lo sguardo. Una Comunità di fedeli dalla storia antica e pacifica perseguitata perché professa la fede cristiana.
Non sono nemici dell'Iraq. Sono trascinati fuori di casa, colpiti durante la celebrazione della messa e cercati perché cristiani.
"Andare in chiesa a Baghdad, sottolinea l'editoriale del giornale "Avvenire", è liberarsi, per un momento, da una vita angosciante e insicura per chiedere speranza, quando tutto fa disperare". Così facevano icristiani con i loro figli, la domenica sera, il 31 ottobre 2010, nella capitale irachena. Molti di loro sono stati feriti e 46 uccisi (tra i quali 2 giovani sacerdoti) dai terroristi che hanno assaltato la chiesa Cattedrale.
Nemmeno un luogo di pace, come la chiesa, ha scoraggiato i violenti.Che fare?
Innanzi tutto non dimenticare questi nostri fratelli, che nella loro lunga storia, evangelizzati dall'apostolo s. Tommaso, hanno conosciuto rare stagioni felici.
Ultimamente, dall'inizio della guerra contro Saddam Hussein, i cristiani nel Paese sono calati quasi della metà e oggi ne restano circa 450 mila. Ora, dopo molti secoli di tenace resistenza, sembra che siano sul punto di scomparire.
Noi cristiani italiani dobbiamo nutrire simpatia e vicinanza verso un Oriente cristiano troppo ignorato. Dobbiamo imparare a soffrire con chi è perseguitato e sviluppare anche con loro la nostra solidarietà, in questa stagione dei diritti delle minoranze. La celebrazione di oggi, solennità di Cristo Re dell'Universo, e questo nostro incontro con i padri Jalal e Manhal, siano l'occasione per un nuovo atteggiamento di attenzioni per questi nostri fratelli iracheni presenti in Padova.
Che la Vergine Maria, che noi veneti oggi veneriamo sotto il titolo de Madonna della Salute, avendoci liberati dalla peste nel 1600, liberi oggi questi nostri fratelli cristiani dalla peste della persecuzione, solo perché sono cristiani.
(Alessio don Severino)