Lezioni dell'Anno Paolino

Immagine dell'Editoriale del parroco Lezioni dell'Anno Paolino
Domenica, 5 Luglio, 2009

LEZIONI dell'ANNO PAOLINO

E' terminato l'Anno Paolino, indetto per celebrare i 2000 anni della nascita dell'Apostolo Paolo.
Dopo la celebrazione della nascita di Gesù, niente di più opportuno celebrare la personalità umana che, dopo Cristo, storicamente, più ha caratterizzato i volti del Cristianesimo. All'apostolo Paolo possiamo attribuire la forma teorica della nuova espressione religiosa, che si diffuse con sorprendente rapidità nell'Impero Romano.

E' “fortemente paolina” la formulazione della fede cristiana e continuano ad essere “paolini” molti aspetti della Chiesa di Cristo.

Sottolineiamo alcune sue dimensioni:

  1. La fede cristiana ha una sua singolare forza di attrazione per l'apostolo Paolo. Prima della sua conversione, Saulo incarnava l'opposizione più radicale alla nuova religione che stava nascendo. Felicemente, il rifiuto radicale portò all'adesione profonda e coinvolgente. Nell'esperienza di Saulo, che è diventato “Paolo, l'apostolo delle genti”, la fede cristiana ha mostrato la sua singolare forza di attrazione, con la capacità sorprendente di illuminare l'intelligenza e di sedurre la volontà umana.
    In Paolo ogni persona incontra l'ispirazione per percorrere lo stesso itinerario.
    Da un atteggiamento di non attenzione o di rifiuto, chi accetta “sinceramente” di confrontarsi con Cristo, percepisce la sintonia profonda che è possibile stabilire tra fede e ragione. Paolo con la sua radicale ricerca della verità, ci dà la dimostrazione più completa di quanto la fede cristiana aiuti l'intelligenza a scoprire cammini per la vera realizzazione umana. In Gesù, annunciato da Paolo, abbiamo la presenza piena del mistero di Dio e la comunione perfetta della natura umana con la natura divina.
  2. La sua espressione di conversione è commovente ed esemplare. Paolo aveva un temperamento forte, causando attriti, anche tra i cristiani. E' stato necessario fare un lungo e sofferto percorso di conversione che l'ha visto rimanere alcuni anni a Tarso, dove l'ha raggiunto Barnaba, venuto a prenderlo e presentarlo alla Comunità dei credenti. Paolo diventa esempio prezioso di impegno personale per una conversione e per mettere le proprie energie a servizio di Cristo.
  3. La centralità di Cristo. Dal rifiuto iniziale, quando Saulo pensava che il Nazareno fosse appena un taumaturgo perturbatore dell'ordine religioso, Paolo si rese conto della novità assoluta del mistero di Gesù “nel quale c'è la pienezza della divinità”. Tanto che disse: ”Per me vivere è Cristo”, trovando in Lui la sintesi del mistero e del progetto di Dio.
  4. L'importanza della Missione, che ha permesso a Paolo di sviluppare e mettere i suoi talenti a servizio dell'evangelizzazione oltre i confini d'Israele e dell'Ebraismo.
  5. La validità della sua strategia di lasciare per iscritto i suoi messaggi e le sue lettere, alla luce delle quali è possibile il rinnovamento costante della Chiesa.

 

Riconosciamo, dunque, in S.Paolo un dono prezioso di Dio, al quale la Chiesa deve costantemente guardare per essere se stessa, riformulare la sua fede e la sua missione,
quale “strumento di salvezza “ per il mondo.

(Alessio don Severino)