Giustina sepolta a Pozzoveggiani

Domenica, 9 Ottobre, 2011
Giustina è stata sepolta a Pozzoveggiani

Mentre Padova festeggia la patrona santa Giustina, nel giorno a lei dedicato (7 ottobre) una interessante notizia che la riguarda si può dedurre dal numero 31 della rivista scientifica Archeologia Veneta, dopo gli scavi condotti accanto all’oratorio di San Michele di Pozzoveggiani a Salboro.

A pagina 46 si afferma che «l’ipotesi più accreditata rimane quella della presenza di pars dominica di una villa rustica; anche se è notevole la presenza di elementi riferibili a contesti funerari e di tre piccole are, due delle quali recuperate e riutilizzate come fondo per la tomba medievale in muratura che si trova al centro del lato nord, all’esterno del primo oratorio».

Questa osservazione – sottolinea mons. Claudio Bellinati, bibliotecario e archivista emerito della diocesi – non fa che consolidare l’antico racconto del martirio di santa Giustina (il cui nome, per lunga tradizione, è legato al sacello di Pozzoveggiani anche nella più antica letteratura popolare). In altre parole: il dato archeologico dei più recenti scavi verrebbe a confermare quanto è contenuto nella tradizione. E cioè che Giustina venne uccisa per ordine dell’imperatore Massimiano nell’anno 305. I suoi familiari non vollero che fosse sepolta in mezzo alle tombe dei pagani, in Prato della Valle, e poiché possedevano un edificio con giardino extra pomerium la seppellirono nel terreno di loro proprietà extra moenia.

Santa Giustina martire rimase sicuramente per un certo tempo sepolta a Pozzoveggiani, come attesterebbe una tomba speciale, in contiguità con il sacello innalzato in onore di san Michele, l’arcangelo che difende, per tradizione, i luoghi cristiani. Il ritrovamento di un pavimento absidato e riscaldato nell’area dell’oratorio di San Michele potrebbe anche riferirsi a una di quelle domus ecclesiae che fiorirono in Italia prima dell’editto di Costantino del 313.

Quanto rimase sepolta fuori dalle mura prima di essere portata in Prato della Valle? Il primo che parla della tomba di santa Giustina è Venanzio Fortunato che nel sesto-settimo secolo, nella vita di san Martino, dice: «Se tu passi per Padova fermati a venerare il sacello di Santa Giustina ornato di mosaici in onore di san Martino». È chiara l’allusione alla prima basilica di Santa Giustina e pertanto a quest’epoca la salma era stata portata in città. Quanto prima questo sia avvenuto non è ancora possibile dirlo.

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