Pasqua 2020: un barlume di speranza!

Immagine dell'Editoriale del parroco del giorno 19/04/2020
Domenica, 19 Aprile, 2020

Pasqua 2020: un barlume di speranza!

Carissimi,

vi raggiungo in questo tempo che ha assunto la fisionomia di un vero e proprio deserto quaresimale per condividere qualche pensiero e un barlume di speranza cristiana!

Vi confesso che nei primi giorni di marzo mi sono rivisto nella figura del profeta e del sacerdote che si aggirano per la città senza sapere cosa fare (Geremia 14,18). Poi, approfittando del ritmo più disteso e del tempo che potevo dedicare alla meditazione e alla preghiera, ho iniziato a leggere quanto ci sta capitando alla luce dei racconti biblici. Mi sono chiesto: Cosa saranno mai state le dieci piaghe d’Egitto, dall’inquinamento del fiume Nilo fino all’invasione delle cavallette che distrusse ogni coltura? E la morte dei primogeniti può forse essere paragonata ad un’epidemia che ebbe a colpire i bambini in tenera età? E i primi timidi passi del popolo d’Israele, che prende confidenza con la ritrovata libertà ma che avverte il bisogno di una guida come Mosè e dei dieci comandamenti di Dio per non soccombere vittima delle cattive passioni, non assomigliano ai passi dell’uomo di oggi che vaga libero ma tante volte senza guida e senza mèta? E il vitello d’oro, al posto di Dio, non è imparentato con tante idolatrie odierne quali il culto dell’io, la brama del possesso, l’illusione di essere invincibili e artefici assoluti del proprio destino? “Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da Dio (Matteo 15,8)”; “Israele, se tu mi ascoltassi subito piegherei i tuoi nemici e contro i tuoi avversari porterei la mia mano (Salmo 80, 14-15)”; “Metti in pratica queste leggi che oggi ti do affinché tu sia felice e cresciate molto di numero nel paese dove scorre latte e miele (Deuteronomio 6, 3)”: non ci siamo forse allontanati proprio dalle prime parole di Dio quali Non avere altro Dio all’infuori di meNon assumere invano il nome del Signore tuo DioRicordati di santificare il giorno di festa e, poi, dai comandi che riguardano il prossimo? Certo Dio non castiga anzi, se volesse, basterebbe un suo schiocco di dita per allontanare da noi ogni epidemia ed invece permette anche questi giorni di prova e di immenso dolore. Gesù, nel vangelo di Luca (13,1-9), così si esprime: “Credete che quei diciotto sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo!” Se non vi convertirete, se non ritornerete a lui, alla sua Parola, alla sua Provvidenza, sperimenterete la morte come dramma improvviso per il quale non siete pronti perché avete idolatrato la vita terrena. “Siamo fatti per te Signore e il nostro cuore non è in pace finché non ritrova te (Sant’Agostino)!”; “Tu ci guarisci Signore mentre ci ferisci. Ci guarisci dall’epidemia della invulnerabilità (von Balthasar)” affinché conosciamo i nostri peccati per riconoscere la tua misericordia!

Ed ecco la luce di speranza: Gesù è sulla barca con noi, sulla stessa barca (cf. Matteo 8,23-27)! Noi, come gli apostoli un giorno, lo importuniamo: Signore perché dormi? Non t’importa che noi stiamo rischiando la vita? E lui ci risponde: Perché avete paura? E’ ancora così povera e vulnerabile la vostra fede? Accanto alla paura abbiate la stessa fiducia che Giulia Gabrieli ha nutrito verso di me quando, affetta da un potente sarcoma a 14 anni, ebbe a lottare contro la malattia assieme a medici, infermieri, mamma, papà, fratello e amici. Assieme hanno pregato, hanno lottato, hanno sperato scoprendo che dietro ogni domanda di salute alberga una domanda di salvezza: fammi guarire, fammi durare, fammi vivere! E io, Gesù, maestro buono, con lei ho pianto, ho assaporato ogni attimo dell’esistenza, ogni piccolo e grande incontro, le ho dato consolazione, le ho promesso la vita per sempre! Giulia, come risposta, si è affidata a me e ha voluto lasciare ai suoi queste parole che mi hanno commosso: “Ho sempre chiesto la grazia della guarigione per gli altri. Ultimamente, da quando sto male, a costo di sembrare egoista, la chiedo anche per me. Però, devo essere sincera, ci penso spesso a come potrebbe essere la mia vita se guarissi e cosa ci sarà invece nell’aldilà, cosa succederebbe alla mia famiglia se io dovessi partire per questo viaggio. Perché ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o grazie ad un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure, incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali. L’importante è che, come dice Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio!” Ed io, Gesù, suo dolce maestro e pastore, l’ho accolta tra le mie braccia, l’ho sollevata su ali d’aquila, ho trasfigurato il suo corpo e la sua anima sensibile donandole la risurrezione e la vita che non muore più!

(Queste parole Giulia le ebbe a scrivere nella primavera del 2011, dopo essere stata a Padova per la chemioterapia ed aver pregato presso la tomba di Sant’Antonio prima di ritornare a Bergamo, sua città natale).