Lo Spirito del Signore è sopra di noi per proclamare l'anno di grazia del Signore
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore ..... Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato. (Lc. 4,18-20)
Inizia l'oggi di salvezza di Gesù. E' giunta la sua ora. Egli ascolta la voce del Padre, che lo proclama “figlio amato”. Esce dall'acqua del fiume Giordano e va, condotto dallo Spirito Santo e consacrato dall'unzione.
Il suo programma beneficia direttamente “i poveri”, cioè coloro che vivono ai margini della società e alla mercé dei potenti, senza forza e condizioni di resistere loro e sono preda facile delle menzogne e della violenza dei grandi. Gesù è il loro liberatore.
Proclamare l'anno di grazia per l'ebreo significava: tutti quelli che avevano debiti ricevevano l'indulto, le terre ipotecate o rubate per l'avidità dei latifondisti erano restituite, tutto il popolo ricominciava vita nuova, perché la condivisione dei beni era il criterio delle relazioni sociali.
Il programma di Gesù realizzava la reintegrazione nella società dei marginalizzati. Questa è la Buona Novella, questa è la Vera e Nuova Evangelizzazione.
Il progetto di Gesù è anche il nostro. Già da tre mesi è iniziato l'anno della fede. Cosa è cambiato in me, in noi?
Se non cominciamo a mettere in pratica l'anno della grazia dell'ebreo, siamo solo “parole vuote che stomacano”. Siamo chiamati ad essere “parola viva” che nutre, guidati dallo Spirito Santo.
Viviamo il nostro oggi, come Maria e con Maria, madre di Gesù e nostra, la sorella che a Cana di Galilea, si accorge di quello che manca e parla a Gesù e dice ai servi:”Fate quello che Egli vi dirà”.
(Alessio don Severino)