Carissimi,
tra poco è Natale e come non riandare con nostalgia al presepe della nostra infanzia di cui restano ancora alcune statuine di gesso, al canto della chiarastella con tanto di fisarmonica e abiti di pastori, alla santa messa celebrata a mezzanotte per essere simbolicamente più vicini all’ora in cui il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, l’unico Dio della promessa, si è reso visibile, palpabile e adorabile in Gesù bambino, nato dal grembo di Maria, oggetto di cura del padre terreno Giuseppe? Troppo spesso, oggi, tendiamo a dimenticare questo evento che ha dato un nuovo orientamento alla storia e talune nostre idee terrene finiscono per oscurare la luce del mistero di Cristo: all’Incarnazione si preferisce la reincarnazione, all’Immacolata Concezione si contrappone l’immacolata contraccezione, alla Parola fatta carne si preferisce la violenza delle parole. Che dispiacere! Ma, oggi come ieri, il Signore Dio persegue la stessa logica: l’amore non s’impone ma si espone; si offre a me, a te, a tanti fratelli e sorelle nella forza affettuosa del bambino di Betlemme dicendo “Permesso, posso essere ospitato a casa tua, posso portarti un po’ di gioia e speranza?”. Allora buon Natale a tutti voi carissimi parrocchiani: non abbiate paura di aprire, spalancare le porte a Cristo e non rimarrete delusi!
Don Cristiano e padre Marino